domenica 9 maggio 2010

1° CONGRESSO SEL PROVINCIA DI ANCONA EMENDAMENTI, ODG, CONTRIBUTI



DOCUMENTI PRESENTATI ALLA DATA DEL 8 OTTOBRE 2010


Chiedo alla commissione congressuale di porre in discussione anche al nostro Congresso provinciale l'ODG messo a punto dal forum


Diritti Civili di SEL:

L?affermazione e la tutela dei diritti civili presuppone una lettura* laica e progressista*della Costituzione italiana, anche alla luce della Carta dei diritti dell?Unione Europea e del Trattato di Lisbona. Solo così sarà possibile dare concreta risposta ai bisogni di una società democratica, egualitaria, moderna, complessa e plurale.

L?approccio obsoleto che l?attuale legislazione ha in materia di diritti civili sembra andare in una direzione del tutto opposta alla libertà di scelta in merito all?organizzazione della propria vita, attribuendo al potere il compito di giudicare la correttezza delle relazioni umane e la loro affidabilità.

Per questi motivi occorre *riformare con urgenza l?intera materia del diritto di famiglia*, rendendo effettiva l?attuazione dei diritti fondamentali, tra cui figura senza ombra di dubbio il diritto alla libera affermazione dell?identità personale e al libero sviluppo della personalità, attraverso l?ampliamento dell?autonomia privata e dell?eguaglianza formale.

Chiediamo pertanto:

* L?estensione della legge Mancino contro ogni forma di discriminazione motivata da orientamento sessuale e identità di genere.

* Riconoscimento e tutela delle coppie di fatto a prescindere dal genere delle/dei conviventi.

* Possibilità per le persone, nel quadro di un effettiva parità di diritti, di scegliere liberamente con chi contrarre matrimonio indipendentemente dal genere dei contraenti.

* Introduzione del divorzio breve per evitare un calvario lungo anni a discapito degli affetti e dei figli.

* Assunzione da parte dell?individuo al momento della nascitadel cognome della madre oltre che quello del padre per un pieno riconoscimento della propria identità e per il riconoscimento del pari ruolo genitoriale di madre e padre.

* La possibilità di adottare minori per le/i single perché idiritti dei minori trovino una piena effettività.

* Che il diritto di riassegnazione del genere e di cambiamento del nome per le persone transgender venga reso indipendente dall?intervento chirurgico perché il loro diritto all?identità possa trovare immediato e pieno riconoscimento.

Roberto Ballerini









Ordine del giorno contro la realizzazione di rigassificatori sul territorio regionale


Il Congresso Provinciale di Ancona di Sinistra Ecologia Libertà

PREMESSO che:
- l'impianto di rigassificazione, classificato industria a rischio di incidente rilevante, serve a trasformare nuovamente il gas liquido in gas allo stato aeriforme per poi essere immesso nella rete nazionale dei gasdotti, questo processo è relativamente semplice e consiste nel riscaldare il gas liquefatto fino al punto in cui ritorna al suo stato naturale (gassoso);
- attualmente in Italia ci sono 15 richieste di autorizzazione per la realizzazione di rigassificatori off- shore, mentre nel resto d'Europa ne sono state presentate solo 8 richieste ;
- di impianti off-shore ne esistono altri tre al mondo e questi sarebbero i primi due in Europa;
- il gas naturale è un combustibile fossile e da recenti studi viene ipotizzato che la sua produzione globale raggiungerà probabilmente il picco subito dopo quella del petrolio;

PRESO ATTO che:
- l’Italia è completamente collegata e attraversata dalla rete internazionale di metanodotti dei paesi produttori di gas;
- dalle previsioni ufficiali dell'agosto 2006, l'Italia nel 2015, si stima, avrà bisogno di 108 miliardi di mc di gas; dalle stesse previsioni tra i gasdotti da potenziare e da realizzare, risulta nella stessa data, che in Italia arriverranno dai 124 ai 130 miliardi di mc di gas, questo senza considerare la produzione dei 4 o 5 rigassificatori che saranno realizzati;
- sono stati presentati due progetti di rigassificatori che interessano la nostra costa regionale;
- i progetti riguardano tutti e due la realizzazione di terminali off- shore:
. a 15 Km a largo delle coste di Falconara M.ma con capacità di circa 4 miliardi di mc/anno
. a 30 Km a largo delle coste di Porto Recanati con capacità di circa 5 miliardi di mc/anno;
- che entrambi gli impianti per attivare il processo di rigassificazione utilizzeranno l'acqua del mare che poi sarà di nuovo rimessa in mare con una temperatura molto minore ed arricchita di sostanze antifouling ( a base di cloro);

RISCONTRATO che:
- la delibera n. 178 del 4 agosto 2005 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas che stabilisce di incentivare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi rigassificatori sul territorio nazionale per una “... prospettica funzione di hub (centro di attività commerciale) del territorio italiano per il resto del continente europeo.”;
- grazie alla suddetta delibera, lo Stato scaricherà sui cittadini attraverso le bollette, la copertura di gran parte dei costi e dei rischi economici dei rigassificatori;

CONSTATATO che:
- l’area di Falconara M.ma è già ad elevato rischio di incidente per l’attività della raffineria Api, e quindi è palese un aggravio di rischio;-
- Falconara M.ma è uno dei Comuni facenti parte dell'Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) come individuato dalla delibera amministrativa consiglio regionale DACR n.305/2000 ;
- l'area protetta del Conero sarebbe così inserita tra i due impianti di rigassificazione (a nord quello di Falconara ed a sud quello di Porto Recanati);
- l'impianto di Falconara M.ma è a circa 25 Km da Senigallia la cossidetta "Spiaggia di velluto delle Marche" ed a 15 km dalla città di Ancona e Falconara;
- l'ambiente marino circostante agli impianti, considerato che i due progetti sono molto simili, è destinato a subire notevoli modificazioni a causa del rilascio di tonnellate di ipoclorito o altri composti del cloro;

CONSIDERATO che:

- non esiste un Piano Energetico Nazionale che definisce le esigenze energetiche e fissa di quanta e quale energia ha bisogno l'Italia;
- il gas prodotto dai rigassificatori sarà utilizzato per le forniture degli altri Paesi Europei (hub);
- le numerose richieste di società straniere che vogliono realizzare in Italia impianti di rigassificazione sono probabilmente da imputarsi alla garanzia dell’Autorità per l’Energia Elettrica e per il Gas, che assicura alla società stessa, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la copertura dell’70% di ricavi di riferimento per 20 anni pagata dai cittadini attraverso le bollette;
-se nel caso in cui i quindici rigassificatori italiani venissero realizzati assorbirebbero praticamente la metà del mercato mondiale del gas e quindi è ovvio che molti impianti rimarrebbero senza gas da rigassificare;
- è illogico intraprendere una linea politica che appoggia e garantisce anche economicamente, nuovi investimenti su risorse fossili che hanno una durata limitata nel tempo;
- questi impianti sono molto impattanti e con rischio di incidente rilevante;
- nel Sandia Report del 2004 viene analizzato lo scenario incidentale di una fuoriuscita di GNL da una metaniera che subisce una grave perforazione dello scafo dovuto o ad un incidente o ad un atto terroristico, ovviamente scatenerebbe una sequenza di eventi concludendosi con una esplosione liberando una potenza distruttiva vicina a quella della bomba atomica che colpirebbe le popolazioni delle città costiere;
- la convenzione di Barcellona in vigore dal 1978, vieta lo scarico nel Mediterraneo dell'ipoclorito di sodio in quanto oltre a danneggiare l'ecosistema marino arriva a contaminare attraverso la rete alimentare anche gli esseri umani;

Il Congresso Provinciale di Ancona di Sinistra Ecologia Libertà si dichiara contraria alla realizzazione di entrambi gli impianti di rigassificazione ed impegna i propri organismi e rappresentanti istituzionali

- ad opporsi alla realizzazione dei due progetti di rigassificazione al largo di Porto Recanati e di Falconara , in quanto la costruzione anche di uno solo di questi impianti metterebbe a grave rischio la salute e la sicurezza dei cittadini, l'ambiente e le attività turistiche e di pesca, della costa della Regione;
- ad indirizzare le scelte politiche verso investimenti sulle energie rinnovabile, sull'efficienza e sul risparmio energetico che permettono la riconversione del nostro modello di produzione e consumo, favorendo l'innovazione e l'occupazione.

Antonio Crocetti
Per SEL Circolo di Falconara Marittima



DOCUMENTO LOCALE DA PRESENTARE AL CONGRESSO PROVINCIALE DI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ – ANCONA


L’acqua è fonte di vita, quindi è un bene comune universale, dell’umanità tutta. Il diritto all’acqua, come ha recentemente ribadito anche l’ONU, è un diritto umano, inalienabile. L’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene comune condiviso da tutti.

Eppure oggigiorno questo principio naturale è clamorosamente stravolto. Attualmente sulla Terra più di 1 mld e 300 mln di persone non hanno accesso all’acqua potabile. Noi riteniamo che le cause di ciò siano il modello neoliberista di mercato impostosi nei decenni scorsi e una globalizzazione deviata, che hanno prodotto, per quanto riguarda il bene acqua, due effetti tragici: un’enorme disuguaglianza nell’accesso all’acqua e una sempre maggiore scarsità della risorsa idrica.

Noi invece crediamo che l’accesso all’acqua debba essere garantito a tutti, e quindi il servizio idrico non può non essere un servizio pubblico e partecipato, in grado così di offrire almeno tre garanzie essenziali: la tutela della risorsa, il diritto e l’accesso per tutti, e la conservazione per le generazioni future.

Tutto ciò considerato, SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ della Provincia di Ancona:

1. considera l’acqua un bene comune privo di rilevanza economica, non assoggettabile alle leggi di mercato e da non considerare come una merce, ma come bene naturale essenziale per la vita dell’essere umano;
2. ritiene che il Servizio Idrico Integrato sia un servizio pubblico, da gestire in forma pubblica e fuori dalle leggi del mercato; la gestione del SII deve essere regolata secondo l’art.114 del D.Lgs. 267/2000, affidata cioè ad un consorzio di comuni o a un’azienda speciale, comunque un ente di diritto pubblico;
3. è contrario ad ogni iniziativa volta alla privatizzazione del SII e del bene comune acqua; appoggia, invece, con tutti i mezzi ogni azione a favore della ripubblicizzazione dell’acqua e sostiene senza se e senza ma ogni organizzazione locale e sovra locale che mira a questo scopo.

QUINDI
1. è contrario all’attuale gestione del Servizio Idrico Integrato nella nostra provincia, in quanto la Multiservizi SpA è, seppur posseduta al 100% da enti pubblici (i comuni che detengono le azioni della società), un’azienda rispondente a logiche di mercato: il suo fine rimane quindi il profitto, e il profitto non è conciliabile con la mission di un società pubblica, ossia l’equa tutela di tutti i cittadini Noi riteniamo che per una gestione pubblica del servizio idrico, i comuni che attualmente compongono l’ATO2 debbano costituirsi in consorzio a cui sia affidata la gestione del SII;
2. promuove, in tutti i consigli comunali dove è presente, la proposta di odg per inserire nello statuto comunale un articolo che in sostanza ribadisca questi due concetti:
A. l’acqua è un bene comune privo di rilevanza economica;
B. la gestione del servizio idrico integrato deve essere pubblica, affidata cioè ad un ente rispondente al diritto pubblico (consorzio di comuni o azienda speciale).
3. sostiene ogni iniziativa volta alla ripubblicizzazione dell’acqua e appoggia il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, nella battaglia referendaria e in tutte le altre azioni volte a questo fine.



RICHIESTA DI EMENDAMENTO AL MANIFESTO CONGRESSUALE PUR CONSIDERANDO COMPLESSIVAMENTE VALIDO IL DOCUMENTO, SI RITIENE DEBBA ESSERE UTILMENTE INTEGRATO COME SEGUE
La socialdemocrazia si sta riappropriando del socialismo (il PD prosegue invece la sua corsa al centro). Oggi per costruire un progetto organico di alternativa in positivo ai fallimenti del liberismo occorre una sinistra propositiva, di governo, in grado di pensare ad un progetto  di società che riformi e modifichi profondamente l´attuale modello di economia e di società plasmato dal mercatismo liberista.
- Il modello di capitalismo autoritario del TRIO Tremonti-Saccone- Marchionne è un tentativo di uscire da destra dalla crisi del liberismo. Esso si fonda sulla totale eliminazione della soggettività del lavoro e sulla sua assoluta subordinazione al capitale. Esso si contrasta con politiche pubbliche che si oppongano alle delocalizzazioni in nome del dumping sociale. Imprese che hanno avuto enormi risorse pubbliche non possono permettersi di ricattare lavoratori e cittadini contribuenti. Quindi una ripresa di forme (anche innovative) di controllo pubblico su settori strategici sono parte integrante sia di una politica industriale e di difesa dei diritti dei lavoratori. In questa ottica occorre recuperare il ruolo centrale del Mezzogiorno nello sviluppo del paese, combattendo le distorsioni della politica di Tremonti. Accanto a ciò occorre introdurre forme di co- determinazione attiva di lavoratori e sindacati nelle grandi imprese, incentivare forme imprenditoriali coopertivistiche e associazionismo del terzo settore. Tutto ciò è all´interno del titolo terzo parte economia della nostra Carta Costituzionale, nonché delle esperienze dei modelli sociali più avanzati in Europa. - Una qualificata gestione pubblica (caratterizzata dalla partecipazione attiva di lavoratori e utenti) si impone per i beni collettivi: acqua, reti energetiche e trasporti. Questi beni, patrimonio secolare del welfare municipale italiano, non sono merci ma veri e propri diritti di cittadinanza che vanno sottratti al mercato.
- Così come vanno sottratti al mercato i beni sociali (salute, istruzione, previdenza). Occorre, contro la teoria e prassi liberista, rilanciare e riqualificare il welfare universale adattandolo ai bisogni di una società in evoluzione. Salute, istruzione e previdenza devono rigorosamente stare al di fuori della logica del profitto privato. Si tratta anche qui di mantenere e rafforzare la gestione pubblica integrata dalla presenza del settore sociale no-profit. Comunque il sistema pubblico di welfare va rafforzato ed esteso. Va presa in considerazione (in una fase di alta disoccupazione) l´idea di un reddito di cittadinanza. Tale ampliamento del welfare dovrà essere finanziato dalla leva fiscale, mediante una imposta sui grandi patrimoni (è una proposta che è nel programma della SPD) e dalla tassazione delle rendite finanziarie (nonché da un incremento della lotta all´evasione fiscale). Il capitalismo liberista ha provocato un enorme spostamento del reddito dal lavoro ai profitti ed alle rendite. Queste ultime sono state particolarmente beneficiate dalla finanziarizzazione. Oggi gli stati in modo scellerato spendono risorse enormi per sostenere banche ed istituti finanziari che sono stati i responsabili del crack. Una operazione redistributiva sui patrimoni e le rendite è invece il tratto distintivo di una scelta alternativa - Il tema ambientale è elemento centrale di un progetto di socialismo del XXI Secolo. Giustizia sociale, emancipazione del lavoro e sviluppo compatibile con gli equilibri ecologici sono strettamente connessi.
Investimenti e ricerca in tecnologie e materiali ecologicamente compatibili, e lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile sono tratti distintivi di un nuovo modello di sviluppo che valorizzi il lavoro e la conoscenza. Del resto,in Italia, sono stati due socialisti come Lombardi e Ruffolo ad aver sottolineato (Lombardi fin dalla fine degli anni 70) la centralità dello sviluppo sostenibile. Infine, si auspica vivamente, considerato l´attualeriposizionamento a sinistra del PSE, per contribuire a confermarlo stabilmente, dopo profonda riflessione, che SEL prenda la storica decisione di entrare nel PSE e nell´Internazionale Socialista.

GIANGLAUCO GIOIA





“SEL condivide e sostiene l’esperienza dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS)”


“ Essere un GAS, come l’esperienza di Chiaravalle ci ha insegnato, non vuol dire soltanto risparmiare acquistando in grandi quantitativi, ma soprattutto chiedersi cosa c’è dietro un bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno trasformate, quanto del costo finale serve a pagare il lavoro, quante invece la pubblicità e la distribuzione, qual è l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggi, trasporti, fino a mettere in discussione il concetto stesso di consumo e il modello di sviluppo che lo sorregge.

Ci siamo chiesti più volte come veicolare le proposte e le domande dell’economia solidale nei contesti istituzionali.

Se da un lato le forme attuali della rappresentanza politica lasciano insoddisfatti perché fossilizzate al presente e inabili ad osare un altro mondo possibile, al contempo è forte la domanda di una nuova politica capace di portare dentro i meccanismi istituzionali i valori e le pratiche dell’economia solidale: centralità delle relazioni tra persone e gruppi, sostenibilità sociale e tutela dei beni comuni, visione intergenerazionale, ridimensionamento del valore monetario in favore della valorizzazione del tempo, della qualità della vita, della convivialità del benessere relazionale ed individuale.

I cittadini che partecipano ai GAS hanno preso coscienza che l’approccio critico ai consumi implica l’occuparsi di politica sentita come il progettare e sostenere le filiere virtuose e sostenibili, l’entrare nel campo della pianificazione del nostro territorio, delle regole del lavoro e del come fare finanza.

Ma ci si chiede fino a che punto l’attuale forma politica rappresentata dai partiti, dalle istituzioni, dal meccanismo economico liberista e del principio verticistico della delega può fare proprie le richieste di chi vuole realizzare una concezione più umana dell’economia?

Vorremmo portare a pensare in questa sede ad una politica che si basi su un nuovo modello di comunità locale, territori in movimento, portandola alla formulazione di un’etica del consumare che unisca le persone e non le divida, che condivida il tempo e le risorse anziché tenerle separate.

Per questo, il Congresso provinciale di SEL Ancona comprende, condivide e sostiene le pratiche e le esperienze dei GAS della nostra Provincia, perché è consapevole che esse creano una connessione virtuosa tra e con le persone, cosa di cui la politica ha veramente tanto bisogno e che fa fatica a mettere in pratica. Infatti, una nascente formazione politica che nel nome usa i termini di sinistra, ecologia, libertà non può fare a meno di tali esperienze.

6 ottobre 2010 Cristina Amicucci
Presidente de “L’ Accademia della Cipolla”- GAS Chiaravalle

Proposta di documento per il Congresso Prov.le SEL Ancona




“I RIFIUTI SONO UNA RISORSA – L’ACQUA DEVE RESTARE UN ‘BENE PUBBLICO’ ”

Il Congresso Prov.le di Sinistra Ecologia e Libertà della Provincia di Ancona, esprime viva preoccupazione per la situazione che si verifica nel territorio provinciale sul trattamento dei rifiuti solidi urbani e sull’acqua potabile.

L’imminente scadenza del 31 dicembre 2011, entro cui, secondo la legge, si dovrà procedere, non alla liberalizzazione dei servizi, ma alla privatizzazione degli stessi, potrà determinare conseguenze negative, ai cittadini, ai lavoratori e all’ambiente.

RIFIUTI: RISORSA NON PROBLEMA

Sulla gestione dei rifiuti solidi urbani occorre, da parte degli Enti e Aziende pubbliche, un approccio completamente diverso: “i rifiuti sono una risorsa non un problema”. Pertanto, nel sostenere l’obiettivo “rifiuti zero”, è necessaria un’urgente verifica dello stato di fatto e una riforma del sistema, a partire dalla catena di comando.

Nella provincia di Ancona insistono 2 ATO, 2 Consorzi obbligatori fra i Comuni, 3 Aziende pubbliche (ASTEA, AnconAmbiente, CAM) nel raggio di 25 Km. Si tratta di realtà che timidamente provano ad uscire dalla vocazione municipale.

Una delle conseguenze è il nanismo aziendale, facile preda di colossi (pubblici o privati, o misti) in caso di affidamenti dei servizi mediante gara.

A fronte di ciò, SEL della Provincia di Ancona ritiene necessario indicare un percorso di unificazione, intanto a livello provinciale, puntando successivamente ad aggregazioni anche di tipo regionale, ed a semplificare la catena di comando, anche per ottenere consistenti risparmi nei costi di gestione e mettere fine al sottogoverno, nel quale le forze politiche offrono un deprimente spettacolo di ricatti, minacce e trasformismi, per sistemare questo o quel personaggio politico a prescindere dalle competenze specifiche, come sta avvenendo da troppo tempo in tante parti della Provincia e in particolare nella Città di Ancona.

SEL della Provincia di Ancona ritiene poi che la regia politico programmatica deve far capo all’ Ente Provincia e che occorre verificare la possibilità di concentrare le attività (sui rifiuti come sull’acqua), in capo alla Società a capitale pubblico Multiservizi.

In particolare, occorre realizzare un impianto a valenza provinciale per il trattamento e il riciclo della frazione indifferenziata, plastica, metalli e imballaggi, che punti a recuperare e riciclare il 99% del prodotto, evitandone l’invio in discarica e all’incenerimento. In altro sito va concentrata la raccolta degli umidi con il fine di trasformarli in concimi o per il recupero energetico. Bisogna, infine, smetterla di spendere milioni di euro per trasportare in discarica rifiuti che, opportunamente lavorati, possono produrre occupazione e reddito.

Per questo SEL esprime il proprio parere contrario all’ipotizzato impianto progettato da Conero Ambiente alla Baraccola, nel Comune di Ancona. Un impianto tanto dispendioso quanto datato, che è stato pensato per stabilizzare i rifiuti per poi avviarli a discarica o a CDR. A riguardo, SEL propone che nello stesso sito già individuato si realizzi un impianto sul modello Vedelago, in grado di recuperare l’intero ciclo dei rifiuti indifferenziati, plastica, metalli, imballaggi, ecc.

L’ACQUA E’ MIA E LA GESTISCO IO!

L’acqua è un bene prezioso per l’umanità.

Grazie alla Legge che la “privatizza”, l’acqua sta diventando un bene “prezioso” per alcune Società multinazionali e anche per Società private nostrane, con la conseguenza che diventerà un bene molto “caro”, per i cittadini e le famiglie del nostro territorio.

Se si vuole tentare di evitare una sconfitta scontata occorre determinare le condizioni per trovare una vasta alleanza con le forze politiche, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e i cittadini, organizzando un coinvolgimento reale delle persone.

Ad Agrigento l’acqua è la più “cara” d’Italia. Al secondo posto c’è Arezzo, ove l’acqua è stata privatizzata pochi anni fa. Parigi, che ha privatizzato alcuni anni fa, ha deciso di ripubblicizzarla, dopo aver verificato ciò che è avvenuto, e che avviene inevitabilmente, con la privatizzazione: enormi guadagni delle Società dovuti al combinato disposto tra “sensibile aumento delle tariffe e drastica riduzione degli investimenti”, con conseguenze devastanti per le reti e gli sprechi d’acqua immaginabili.

SEL, apprezza la decisione assunta dal Consiglio comunale di Ancona, che ha modificato lo Statuto dichiarando Ancona città denuclearizzata, e l’acqua bene pubblico intangibile e non soggetto a privatizzazione.

Occorre che altri Comuni, la Provincia e la Regione Marche (che giustamente ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge), adottino provvedimenti analoghi.

Inoltre, come per i rifiuti, è necessario superare l’approccio aziendale municipale e ragionare in termini provinciali e regionali, anche in questo caso valutando se Multiservizi può rappresentare lo strumento pubblico utile per gestire in area vasta.

Infine SEL propone che il Consiglio regionale approvi due leggi che sanciscano per l’acqua in particolare, e per i rifiuti, norme che rendano impraticabile la loro privatizzazione.

On. Eugenio Duca
Ancona 08 ottobre

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